“Il tempo è denaro?” Già il solo fatto di mettere un punto interrogativo dopo la frase simbolo del profitto, della produttività e del business, la dice lunga sull’approccio che vorranno dare Sergio Venezia (Comitato verso il Distretto di Economia Solidale della Brianza) e Paolo Menchini (Rete di associazioni “Tutta un’altra città” di Massa) al tema della moneta, del lavoro e dell’economia, in discussione, nell’incontro pubblico di sabato 2 agosto, ore 21, presso le stanze del Teatro Guglielmi di Massa.
Cambia radicalmente il punto di vista con il quale si guarda al denaro e al suo valore; emergono nuove parole chiave: “Fiducia, comunità, ben-essere”. Si vuole rendere l’economia – oggi schizofrenica e al servizio della finanza – più umana, giusta e solidale, rivisitando e ricostruendo i suoi strumenti: la moneta, la banca, la produzione e il consumo.
La moneta non è più a debito, come l’euro o la lira, ma diventa a credito, e si moltiplica in virtuale e complementare, le banche non raccolgono denaro ma gestiscono conti correnti in “tempo”, la produzione si basa sulle reali necessità e risorse di un territorio, il consumo è sostenibile, si riscopre il senso di comunità, si riattivano i meccanismi di mutualità e reciprocità.
Sembrerebbe una rivoluzione copernicana che ruota intorno alla costruzione di una Banca del tempo, di sistemi di scambio locali, di moneta complementare, di economia della condivisione, di meccanismi di solidarietà che includano consumatori a basso reddito; in realtà queste pratiche sono già in essere in diverse parti d’Italia, d’Europa, del Mondo, spesso però in modo parziale ed isolato. La sfida che si pone “Il tempo è denaro?” è, prima di tutto di spiegare e far conoscere, poi di armonizzare questi sistemi nell’insieme comune e più grande dell’economia solidale.